2017, giugno
ViviTenerife: Quando vedo quel numero 100 mi rendo conto che siamo già a metà anno…come passa il tempo!
Giovanni Comoli: Già! Vedo che i miei titoli non la sorprendono più.
VT: Ormai conosco i suoi trucchi…! 4, 5 e 6 sono i mesi di Aprile, Maggio e Giugno.
GC: Difatti sono i mesi in cui si presenta la dichiarazione dei redditi con un modello che si chiama proprio 100.
VT: Mi piace che abbiano scelto un numero così rotondo. Sembra indicare che sia il modello più importante.
GC: In effetti lo è! Serve a tutte le persone fisiche residenti in Spagna per dichiarare i propri redditi qui prodotti oltre a quelli provenienti da qualunque altra parte del mondo.
VT: Quante dichiarazioni si presentano ogni anno?
GC: L’Agenzia delle Entrate prevede per i redditi 2016 di ricevere quest’anno circa 19.750.000 dichiarazioni, di cui il 75% con risultato a credito. Il fisco rimborserà quasi 11,2 milardi di euro, il 31% in più di quello che incasserà.
VT: Il fisco restituisce più di quello che incassa? Com’è possibile?
GC: Il sistema spagnolo si basa su un flusso continuo degli ingressi. Tanto per cominciare ci sono le ritenute d’acconto che si applicano sull’acquisto di servizi, sugli stipendi ed affitti e devono essere versate periodicamente al fisco.
VT: Quando succede questo?
GC: Ad esempio, quando un datore di lavoro paga uno stipendio, una banca riconosce degli interessi o una “sociedad de explotación” paga al proprietario il corrispettivo per la gestione turistica di un immobile.
VT: Altri esempi?
GC: Beh, lesocietà clienti dei professionisti o le ditte locatarie di immobili commerciali che devono effettuare delle trattenute fiscali sulle fatture ricevute. Ma non ci sono solo le ritenute. Un volume molto importante arriva al fisco dagli acconti sugli utili che tutte le ditte e le società devono versare ogni tre mesi. Esiste poi un’altra serie di imposte, cosidette speciali, che colpiscono successioni e donazioni, acquisti immobiliari e redditi delle persone fisiche non residenti. Non scordiamo poi l’apporto fondamentale dell’IVA (IGIC nelle Canarie).
VT: Certo che se il 75% delle dichiarazioni sono a credito, vuole dire che il fisco ha incassato più di quello che avrebbe dovuto!
GC: Occorre considerare che la quasi totalità di questi rimborsi è di piccolo importi, con una media intorno ai 500,00 €. Sono contribuenti che detraggono l’importo dell’affitto, la fattura dell’asilo oppure versamenti in beneficenza o a partiti politici.
VT: Queste sono le detrazioni possibili? E i costi sanitari?
GC: Non si detraggono. Del resto non si pagano ticket sulle visite e quelli sulle medicine sono ridicoli. Dal punto di vista pratico, non ci sarebbe quasi nulla da detrarre.
VT: Mi scusi, ma scorda le visite private….!
GC: ….che in Italia si possono scaricare, ma qui no. Se mi permette, l’impostazione è più corretta, almeno dal punto di vista sociale. Il Governo mette a disposizione un servizio sanitario pubblico ma una persona è libera, con i suoi soldi, di utilizzare alternative private. Se gli viene permesso di scaricarne fiscalmente i costi, la sua scelta viene pagata da tutti, anche da chi non può permettersi questa opzione.
VT: Va bene! Chi deve presentare la dichiarazione?
GC: Ovviamente chi è stato residente in Spagna nel 2016.
VT: Come si stabilisce la residenza?
GC: Come comunitari, siamo residenti in Spagna se nel 2016 ci abbiamo soggiornato più di 183 giorni. “Empadronamiento”, NIE e iscrizione all’AIRE si fanno per regolarizzare e dimostrare questa situazione di fatto, non il contrario. Pertanto, se non si intende essere residenti, non bisogna assolutamente iniziare queste procedure.
VT: …e dal punto di vista del reddito?
GC: Ci sono dei minimi sotto i quali non è obbligatorio presentarla. Però, una persona può farlo ugualmente per ottenere rimborsi, per defiscalizzare la pensione estera oppure ottenere credibilità bancaria o fiscale.
VT: I minimi sono i famosi 22.000,00 €?
GC: Per evitare cattive interpretazioni, preferisco elencare i motivi per cui si è obbligati, non quelli che danno diritto all’esenzione.
VT: Come preferisce!
GC: Cominciamo a definire le regole base. Non è la stessa cosa possedere un unico reddito grande che averne diversi piccoli. Anche se si ha guadagnato meno nel secondo caso, l’obbligo di presentazione ha la funzione di cumulare gli importi. Altro parametro è il luogo di produzione: i redditi sono spesso soggetti a ritenute d’acconto nel Paese in cui sono prodotti. Un residente in Spagna deve, però, cumulare quì tutti i suoi redditi, indipendentemente da dove li ha prodotti e poi detrarre le imposte enventualmente pagate in altri Stati. Per quanto riguarda le coppie sposate, Spagna permette ogni anno di scegliere se presentare la dichiarazione in forma congiunta o separata. Coniugi e genitori anziani conviventi con bassi redditi oltre ai figli minorenni, costituiscono motivo di risparmio fiscale. La casa in cui si vive, se è di proprietà, non produce reddito, mentre se si è inquilini, si possono scaricare i costi dell’affitto.
VT: Fino a quì è tutto chiaro!
GC: Allora, chi possiede solo redditi finanziari prodotti in Spagna, ha l’obbligo della dichiarazione se supera 1.600,00 € in totale. Se tali redditi sono prodotti all’estero, il limite scende a 1.000,00 €. Se un contribuente possiede un solo stipendio o pensione pagato da ditta o ente spagnolo e già soggetto a ritenuta, è obbligato alla dichiarazione se l’importo lordo supera i 22.000,00 €. Se tale reddito è stato pagato da più ditte o enti, l’importo minimo scende a 12.000,00 €. Nel caso di pensione estera, anche fosse una sola, si è obbligati alla dichiarazione se supera i 12.000,00 €, mentre il minimo d’obbligo sale a 22.000,00 € se tale pensione non si può detassare, come quelle degli ex dipendenti pubblici.
VT: Negli altri casi?
GC: Quando si ha ottenuto più redditi di diverso tipo, si ha svolto un’attività imprenditoriale, affittato, posseduto o venduto proprietà oppure effettuato compravendita di azioni, l’obbligo della dichiarazione è per tutti.