2020, maggio
ViviTenerife: Lei non ha altro che contare! Per questo lavora come contabile?
Giovanni Comoli: Come si diverte a prendermi in giro!
VT: Beh, ogni tanto mi prendo una piccola rivincita!
GC: Fa bene e diverte anche me! Effettivamente, sono diversi anni che, in primavera, una delle interviste che facciamo è obbligatoriamente dedicata al modello fiscale 100. Trovare un titolo originale ogni volta, comincia a diventare difficile.
VT: La capisco! Cominciamo? Non lo dia per scontato: non tutti sanno cos’è il modello 100!
GC: Certo, bisogna spiegarlo, soprattutto per le persone che si sono trasferite a Tenerife da poco. Il modello fiscale 100 è la dichiarazione annuale dei redditi delle persone fisiche. Equivale al nostro modello Unico o 730.
VT: Ha le stesse date di presentazione dei modelli italiani?
GC: Le scadenze sono più o meno le stesse, anche se nella pratica non è così.
VT: In che senso, scusi?
GC: Dobbiamo premettere che il sistema fiscale in Spagna è molto diverso da quello italiano. Nel Bel Paese molti redditi godono della cosidetta “tassazione separata”. Guadagni finanziari come gli interessi bancari, le compravendite di titoli azionari, i dividendi ed altre entrate vengono tassati alla fonte, cioè si percepiscono già al netto delle imposte. Altri ingressi, come il T.F.R., seguono canali di tassazione indipendenti e non influiscono sugli altri redditi. A causa di questa impostazione, tali importi non vengono inseriti nella dichiarazione annuale che, alla fine, non rivela la totale situazione redittuale ed economica del contribuente ma solo la parte rimanente da tassare.
VT: Qual è la differenza con la Spagna?
GC: A parte pochissimi casi, in questo Paese tutti i redditi fanno cumulo e la dichiarazione annuale è vista come il riepilogo finale di tutti i guadagni avuti nell’anno precedente. Per questo, in Spagna, tale modello fiscale è estremamente più importante.
VT: Perche? Per il fatto che si dichiarano tutti i redditi?
GC: No, per le conseguenze di questo! Quando un contribuente ha più tipi di ingressi, sommandoli, verrà ad essere sottoposto a percentuali d’imposta più alte. Pertanto, anche se nel corso dell’anno ha sùbito delle trattenute, si troverà a dovere pagare importi integrativi. Al contrario, un piccolo contribuente, pur sommando tutti i redditi ottenuti, una volta applicate le detrazioni e le deduzioni che gli spettano, scoprirà di avere diritto ad un rimborso.
VT: Se non sbaglio, l’anno scorso aveva detto che la maggior parte delle dichiarazioni provocano un rimborso delle imposte.
GC: Si calcola che saranno a credito quasi 15 dei più di 21 milioni di modelli 100 che si prevede saranno presentati in Spagna quest’anno. Che provoca questo? Che la maggior parte dei contribuenti non vede l’ora di presentare la dichiarazione per ricevere al più presto il suo rimborso.
VT: Quindi, in Spagna la gente corre a fare la dichiarazione…!
GC: Esatto! Pensi che prima della fine del mese di Aprile, si sarà arrivati alla cifra di 5 milioni di modelli fiscali 100 presentati e al 30 Giugno la “Campaña de la Renta” sarà conclusa. I ritardatari pagheranno le dovute sanzioni. Al contrario, in Italia, avendo i contribuenti già pagato una buona parte delle imposte in altri modi, la scadenza della dichiarazione annuale si rinvia più volte. Il risultato è che la maggior parte delle persone presenterà la dichiarazione dopo l’estate.
VT: Immagino però che, con lo “Stato di Allarme Covid-19” anche la Spagna abbia prorogato le date di presentazione.
GC: Si sbaglia! Se osserva con attenzione il meccanismo, può notare come i “ricchi” pagano imposte e, con questi soldi, si rimborsano immediatamente le dichiarazioni a credito dei piccoli contribuenti. Perchè bloccare questo sistema che favorisce i meno abbienti? Nonostante la difficile situazione, per ora, le scadenze fiscali restano invariate.
VT: Non avrei mai pensato che lei riuscisse a farmi vedere il fisco come un “Robin Hood”! Bene, chi deve presentare il modello 100?
GC: Tutte le persone che, nel 2019, erano residenti in Spagna e per residenza vuole dire avere vissuto la maggior parte dell’anno in questo Paese, indipendentemente da cosa dicono i documenti.
VT: Cioè, chi non fa il NIE verde e non si iscrive all’AIRE ma vive a Tenerife deve fare la dichiarazione in Spagna?
GC: Prima o poi il fisco spagnolo accerterà dove vive realmente e glielo imporrà con sanzioni. NIE e AIRE si fanno per tutelarsi e per non essere sottoposti contemporaneamente agli obblighi fiscali dei due Paesi, Italia e Spagna.
VT: Se non sbaglio, ci sono dei minimi di reddito sotto il quale non è obbligatoria la presentazione..!
GC: In una dichiarazione si comunicano diversi tipi di reddito: da lavoro, da risparmio e quelli derivati dalle variazioni patrimoniali. È molto complicato spiegare in poche righe quali sono gli obblighi di presentazione o le esenzioni a seconda dei tipi di redditi. Invitiamo tutti i lettori a contattarci per ricevere un servizio di analisi gratuito. Con una breve intervista, necessariamente telefonica in questo periodo, potremo verificare se esistono o meno gli obblighi di presentazione.
VT: Quindi, mi conferma che, se non si superano certi limiti, si può evitare di fare la dichiarazione!
GC: Non è detto! Applicando detrazioni e deduzioni, è possibile che il contribuente abbia diritto ad un rimborso. In questo caso, non la si presenta per obbligo ma per convenienza.
VT: E per gli italiani, c’è qualcosa di particolare che devono sapere?
GC: Noi invitiamo tutti i nostri connazionali residenti a presentare comunque la dichiarazione dei redditi in Spagna anche se non obbligati. Facendolo, a parte l’eventuale rimborso, si diventa a tutti gi effetti “residenti fiscali” con indubbi vantaggi nei rapporti fra i due Paesi. Inoltre, si evita che il fisco spagnolo richieda di giustificare gli ingressi che figurano nei nostri conti correnti, in quanto, essendo già dichiarati nel modello 100, vengono ad essere automaticamente comprovati.