2017, marzo
ViviTenerife: Quando mi ha detto che voleva trattare questo argomento, ho controllato e ho scoperto che è il terzo anno consecutivo che a Marzo si fa intervistare su questo “benedetto modello 720”
Giovanni Comoli: Ne parlo in questo mese perchè la scadenza di presentazione è proprio al 31 Marzo. Purtroppo fatico a farne comprendere l’importanza: non esistendo un modello analogo in Italia, non lo si conosce e si trasgredisce innocentemente quest’obbligo con conseguenze molto gravi. Attualmente il nostro studio ne presenta un maggior numero fuori termine che entro la scadenza di Legge.
VT: Si pagano sanzioni, in questi casi?
GC: Devo dire che Spagna considera quasi sempre come errori lievi le presentazioni in ritardo o le mancate presentazioni, anche quando avvengono da parte delle imprese. Questo modello, al contrario, comporta sanzioni molto alte: fino a 4.500,00 € per ritardi e fino a 30.000,00 € in caso di mancate presentazioni.
VT: Mi scusi, ma le spiacerebbe spiegarmi che differenza c’è fra ritardo o mancanza?
GC: Con piacere! Credo che sia facile capire che cos’è una mancata presentazione. Succede quando non si presenta un modello fiscale entro i termini fissati dalla Legge. Se si presenta comunque dopo tale data, è vero che si è soggetti a sanzione per il ritardo, però, essendo un ravvedimento volontario del contribuente, è considerato con maggiore benevolenza. Se, invece, è il fisco a “beccarci” allora il discorso cambia: si tratta di una mancanza, soggetta a sanzioni molto più alte.
VT: Ho capito! Parliamo allora di cosa serve questo modello 720?
GC: Certamente però deve avere un poco di pazienza! Sa che mi piace andare indietro nel tempo.
VT: Aspetti, non dica nulla….. come dice sempre lei? “Conoscere il passato per capire il presente!”
GC: Beh, anche se mi piace molto non è una frase mia. L’ha coniata Tucidide, filosofo e politico greco. Non mi dica che non la condivide…!
VT: ….Vuole evitare di divagare e concentrarsi sul tema del mese?
GC: Scusi, ha ragione! Dunque, con l’apertura delle frontiere nel 2000, Europa è diventata la pacchia del riciclaggio e dell’evasione. Non era più necessario portare i soldi in paradisi fiscali, bastavano pochi chilometri fuori dalla frontiera e, senza neppure attraversare dogane, si apriva un conto corrente da non dichiarare nel proprio Paese.
VT: Ma perchè è successo, non l’avevano previsto?
GC: Presumo che abbiano considerato questo fenomeno come limitato o parte obbligata dei costi e dei rischi dell’unione. Oppure c’è stata un poco di leggerezza ed eccesso di euforia politica. Pensi che fino a pochi anni fa a noi comunitari davano il NIE con la foto che sostituiva sotto tutti i punti di vista la carta d’identità e che eliminava l’obbligo di mantenere i rapporti con il proprio Paese.
VT: Adesso, invece, è tutto cambiato, no?
GC: Certamente! Direi che con l’arrivo della recessione, c’è stata una maggior attenzione da parte dell’Europa per ricercare le nicchie di evasione. Pensi a quante persone hanno investimenti fuori dall’Italia e, non dichiarandoli nel bel Paese, possono ottenere anche sovvenzioni ed aiuti. Non le fa rabbia?
VT: Molta!
GC: Beh, con il passare del tempo, ognuno dei Paesi Europei ha lanciato strumenti e campagne di controllo sempre più efficaci.
VT: …immagino che in questo discorso entri il modello 720!
GC: Si! La Legge che l’ha instituito risale a Dicembre del 2012 e la prima scadenza di presentazione fu il 30 Aprile 2013.
VT: Invece, per quest’anno, lei ha detto il 31 di Marzo!
GC: A parte il primo, tutti gli anni successivi hanno avuto come scadenza l’ultimo giorno di Marzo.
VT: Allora, chi è tenuto a questa dichiarazione?
GC: Se una persona fisica, di qualsiasi nazionalità sia, è residente in Spagna, deve dichiarare il proprio patrimonio posseduto fuori da questo Paese al 31 Dicembre dell’anno precedente. Una volta fatta la prima dichiarazione, la rifarà solo se ci sono variazioni importanti.
VT: Dunque… se ricordo quello che mi aveva spiegato, l’anno scorso, tutti i nuovi arrivati nel 2016 devono presentare questa dichiarazione prima del 31 Marzo 2017
GC: Per lo meno tutti i nuovi arrivati devono verificare se sono tenuti a presentarla. Se ricorda, esisteva un minimo di 50.000,00 € per ognuno dei tre gruppi di beni esistenti.
VT: Ah, si! Erano immobili, l’insieme di conti correnti e contanti e il terzo gruppo era…..
GC: …gli investimenti finanziari, tipo quote di fondi comuni, azioni, obbligazioni o polizze vita. Per ognuno dei tre gruppi, bisogna avere almeno 50.000,00 € di capitale minimo per essere obbligato a dichiararlo. Attenzione, l’obbligo esiste per il valore del bene, non per l’importo posseduto.
VT: Che significa?
GC: Immagini una persona che eredita congiuntamente con il fratello una casa con un valore dichiarato in successione di 80.00,00 €. La sua percentuale vale 40.000,00 € però deve ugualmente dichiarare che ha il 50% di una casa. L’obbligo esiste perche l’immobile supera il valore di 50.000,00 €.
VT: Non le sembra che il fisco esageri con richiedere tutti questi dati?
GC: Tutt’altro! Questa dichiarazione in particolare è una tutela del contribuente.
VT: In che senso?
GC: Pensi a un italiano che si è trasferito a vivere nel nostro arcipelago nel 2013 e che nel 2016 ha venduto la casa che manteneva in Italia. I soldi importati l’anno scorso nelle Canarie fanno suonare un campanello d’allarme perchè non risultano essere stati guadagnati negli ultimi tre anni di residenza. Se nel 2014 ha presentato il modello 720 e prima del 31 marzo 2017 lo ripresenta per dichiarare la variazione patrimoniale, il fisco evita l’accertamento perchè è evidente che si tratta di capitali prodotti prima del cambio di residenza. Tutto più semplice e trasparente!