2016, novembre
ViviTenerife: Dopo l’intervista del mese scorso mi sono arrivati diversi messaggi dai lettori dicendo che il suo vademecum era un po’ limitato….!
Giovanni Comoli: Lo so, ma non voglio tediare i lettori del giornale con lunghi elenchi o articoli infiniti.
VT: È vero, però molti hanno detto che avrebbe dovuto avvisare del rischio di usare il cellulare in auto.
GC: Hanno ragione! È sufficiente essere “beccati” anche solo a guardare il cellulare mentre si è fermi al semaforo, usare gli auricolari (anche in bicicletta), viaggiare senza cinture (anche dietro!) o guidare con le ciabatte, per rischiare multe salate.
VT: Perchè sono così severi?
GC: Nel 2003 Spagna aveva l’indice di morti per incidente stradale fra i più alti d’Europa. L’anno dopo, il Governo ha iniziato una campagna a tolleranza zero e dodici anni dopo, nel 2015, le statistiche dichiarano una riduzione di quasi il 70%, portando Spagna ad essere il quinto Paese più sicuro al mondo (dati della Dirección General de Trafico).
VT: A volte un po’ di severità fa bene.
GC: Personalmente vorrei vedere tolleranza zero in un maggior numero di situazioni.
VT: Va beh, è la sua opinione! Passiamo all’argomento del mese? Cos’è il modello 030?
GC: Comiciamo a fare delle distinzioni.Ho cercato più volte di spiegare la differenza fra un turista puro e un soggetto passivo. Il primo si ferma in uno Stato, in cui non è residente, per meno di tre mesi e non fa nessuna operazione che lo obblighi a pagare imposte dirette. In altre parole, compra servizi ed oggetti pagandone i corrispettivi a dei fornitori i quali si occuperanno loro di versare a proprio nome l’iva incassata nonchè di pagare le tasse sul reddito.
VT: Per difetto dovrei capire qual è il soggetto passivo, ma mi sfugge la sfumatura. Mi fa un esempio?
GC: Certo! Se questo turista decide, ad esempio, di comprare una casa o una macchina, aprire un conto corrente, investire dei risparmi o importare un container, si troverà soggetto al pagamento di qualche imposta. Si trasforma, cioè, in un soggetto passivo ai fini fiscali e deve, quindi, dotarsi di un codice che lo identifichi oltre a registrarsi presso l’anagrafe fiscale del Paese di soggiorno.
VT: D’accordo, ho capito la differenza! Lei dice, però, che si è turisti se ci si ferma meno di tre mesi. Un pensionato che sverna a Tenerife, non è considerato un turista?
GC: In molti Stati del mondo, per entrarvi anche solo pochi giorni, occorre un visto consolare. Se ci si vuole fermare più di tre mesi, la necessità del visto si allarga anche a tutti gli altri Paesi. Solo all’interno dell’Europa e dei Paesi aderenti all’accordo di Schengen, i comunitari possono muoversi senza bisogno di un’autorizzazione del Consolato del Paese di soggiorno. Questa libertà non esclude però dall’obbligo di registarsi presso la Pubblica Sicurezza.
VT: Cioè, per la Spagna, questo si traduce con la richiesta del NIE….!
GC: Esatto! Chi arriva a Tenerife con l’intenzione di fermarsi per più di tre mesi, deve richiedere alla Polizia Nazionale il N.I.E., un numero de identificazione per cittadini stranieri, che lo registra nella banca dati del Ministero degli Interni per motivi di Pubblica Sicurezza. Questo numero ha anche funzioni di codice fiscale.
VT: Quindi, una persona che si ferma più di tre mesi, si trasforma automaticamente in un soggetto passivo?
GC: Non obbligatoriamente! Lo diventa solo se fa delle operazioni come quelle descritte più sopra. Pertanto potrebbe non diventarlo mai, però è altamente probabile che, prima o poi, senta l’esigenza di aprire un conto corrente, sdoganare un pacchetto che arriva dall’estero, aprire un’attività o costituire una società. Se non si è preoccupato in anticipo di iscriversi all’anagrafe fiscale, il sistema si blocca e gli impedisce di portare a termine l’operazione richiesta. Ne sanno qualcosa tutte quelle persone che si sono trovate con il container bloccato per giorni nei magazzini delle dogane di Santa Cruz o di Livorno. Per questo motivo consiglio a tutti quelli che ottengono il N.I.E., sia esso bianco o verde, di completare la registrazione presentando al fisco il modello 030.
VT: Però, se il N.I.E. che consegna la Polizia è lo stesso numero che viene usato dal fisco come codice fiscale, non sarebbe più facile che i due uffici si scambino le informazioni?
GC: È più facile e difatti lo fanno! Periodicamente la banca dati del Ministero degli Interni si riversa in quella dell’Agenzia delle Entrate. Purtroppo le informazioni necessarie alla Polizia sono minime, mentre il fisco ha bisogno di maggiori dati.
VT: Come si presenta il modello 030?
GC: Per evitare che un contribuente possa utilizzare il sistema fiscale spagnolo prima di avere comunicato i suoi dati, nessuno può effettuare la prima presentazione telematica del modello. Dopo aver ottenuto il N.I.E. si deve compilare e consegnare a mano questo modello all’Agenzia delle Entrate, la cosiddetta Hacienda, in una delle sedi nell’isola, quella di Playa de Las Americas, quella di Santa Cruz, di La Laguna o di Puerto de La Cruz. Se si presenta il contribuente stesso, può entrare senza appuntamento, se utilizza un delegato, questi deve già essere iscritto al fisco e deve richiedere una “cita previa” a proprio nome.
VT: Che dati bisogna comunicare al fisco?
GC: Spesso mi vengono mostrati modelli 030 compilati a metà, con solo i dati principali. Anche se l’impegato di Hacienda lo accetta ugualmente perchè la responsabilità ricade comunque sull’interessato, nel futuro potrebbe essere necessari ulteriori modelli di correzione.
VT: Quando succede questo?
GC: Ad esempio, se non si indicano i dati del coniuge a carico, il sistema può creare problemi quando, compilando la dichiarazine dei redditi, si cerca di scaricare la relativa detrazione fiscale. È importante che il contribuente o il suo delegato compili con diligenza questo modello indicando se è o meno residente in Spagna, i dati dell’eventuale coniuge, l’indirizzo in Tenerife, l’indirizzo italiano se manterrà lì la residenza, l’eventuale esistenza di un rappresentante fiscale o di un alternativo indirizzo di notifica.
VT: Rappresentante fiscale? Quello che devono avere gli autonomi che non hanno sede in Spagna?
GC: In realtà lo dovrebbero avere quasi tutti gli stranieri. Però, se non le dispiace, questo è un altro argomento: lo tratteremo in un prossimo incontro.