2016, luglio
ViviTenerife: Cosa c’entrano l’uovo e la gallina con le dichiarazioni dei redditi?
Giovanni Comoli: Facendo le dichiarazioni nell’ultimo periodo ho avuto modo di parlare molto con i miei clienti di tasse, pressione fiscale, qualità dei servizi pubblici e della sensazione di ingiustizia che il pagamento delle imposte comporta.
VT: Che intende per sensazione di ingiustizia?
GC: Che nel vissuto del contribuente comune, il pagamento delle imposte è vissuto come una coercizione ingiusta.
VT: Beh… e non le sembra che lo sia?
GC: Cosa, una coercizione o un’ingiustiza?
VT: Mmh… entrambe le cose!
GC: Dobbiamo essere realisti. Europa offre ai suoi cittadini la copertura assistenziale e la ridistribuzione del reddito maggiore del mondo. Noi comunitari abbiamo diritto alla pensione e all’assistenza sanitaria anche se non abbiamo mai versato contributi; possiamo accedere a pensioni d’invalidità, alle reversibilità del coniuge, alle indennitá di disoccupazione, alle assistenze sociali nonchè ad una infinita serie di servizi pubblici a nostra disposizione per agevolarci la vita.
VT: Di quali servizi parla?
GC: Anche se non ci piace ammetterlo, non possiamo negare di avere scuole e università a costi irrisori, Comuni che organizzano biblioteche e corsi di ogni genere, enti regionali e provinciali che fanno sviluppo turistico, Camere di Commercio che predispongono meccanismi di sovvenzioni impresariali, ecc. Noi che viviamo all’estero non possiamo contare con l’appoggio di ambasciate, consolati e patronati gratuiti?
VT: Effettivamente visto così….!
GC: Ora, tutta questa quantità infinita di servizi, in qualche modo va pagata. Per questo la pressione fiscale in Europa è mediamente intorno al 43%
VT: È molto alta….!
GC: Sono d’accordo con Lei. In altre zone del mondo la pressione fiscale è notevolmente più bassa e i cittadini dispongono di una maggiore capacità di spesa. Devono però rivolgersi a servizi privati per avere la pensione, l’assistenza sanitaria o iscriversi all’Università.
VT: Deve però ammettere che, almeno in Italia, i contribuenti pagano per avere Servizi Pubblici mediocri.
GC: Questo è vero e aggrava la sensazione di ingiustizia. Mi permetta però di analizzare i motivi di questo malfunzionamento.
VT: Faccia pure!
GC: Innanzitutto lo Stato sta elargendo troppo, sia come quantità, sia come qualità. Non si possono pagare pensioni elevate a tutti e garantire sanità e diritti all’infinito. Il sistema sta diventando insostenibile, però se la maggioranza premia partiti che promettono sempre più servizi pubblici, dobbiamo accettarne le conseguenze.
VT: Ovviamente….!
GC: Oltre alla quantità, occorre parlare dell’inefficienza. Vede, tutti invidiamo i Paesi Nordici dove i contribuenti ricevono servizi eccellenti. Questo però dipende dal loro grado di civiltà e di senso civico. Ho conosciuto diversi di loro in Tenerife e Le posso assicurare che sono ligi ai propri doveri sociali. Utilizzano il medico solo se ne hanno realmente bisogno e non aggravano il lavoro degli impiegati pubblici presentando richieste di sovvenzioni solo per provarci.
VT: Quello che invece si fa in Italia!
GC: Come tutti i latini abbiamo una visione distorta del comune. Pensiamo che quello che è di tutti sia di nessuno e utilizziamo lo Stato come un sacco senza fondo a cui attingere il più possibile a livello individuale. Ci lamentiamo della lentezza degli uffici pubblici però chiamiamo il funzionario amico o il parente perchè faccia passare la nostra pratica. Come fanno gli impiegati ad essere efficienti se passano le giornate a selezionare le pratiche degli amici?
VT: Già, però se non si fa così, non si ottiene nulla…!
GC: ….e se si fa così, lo ottiene solo il più furbo o quello che ha più contatti. Inoltre, in questo modo, si svilisce la professionalità dell’impiegato pubblico che perde stimoli per lavorare con serietà e abnegazione. Si tratta ovviamente solo di un esempio di mal costume, ma potremmo trovarne migliaia.
VT: Prima ha accennato alla coercizione..!
GC: Sono figlio di un commerciante di casalinghi e quando, da bambino, mi trovavo nel negozio di famiglia, osservavo i clienti che sceglievano un oggetto, mio padre lo incartava, incassava il prezzo e lo consegnava. Se il cliente non aveva i soldi, mio padre con un sorriso gli diceva: “non si preoccupi, glielo tengo da parte. La prossima volta che passa lo paga e lo ritira!”. Ingenuamente un giorno gli chiesi perchè non poteva darlo subito e lui mi spiegava che se lo avesse fatto avrebbe perso i soldi e il cliente.
VT: Suo padre era un saggio….!
GC: Già! Con quella lezione appresa mi ero poi reso conto che in molti negozi c’erano affisse scritte del tipo “Per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno” oppure, nelle autorimesse, il cartello “in caso di mancato pagamento si eserciterà il diritto di ritenzione”.
VT: Sì, erano cartelli molto diffusi e lo sono ancora oggi.
GC: E questi avvisi hanno come funzione quella di…….
VT: …beh, obbligare il cliente a pagare.
GC: Certo! Quello di incassare è sempre stato un problema per le aziende, problema che si è aggravato negli ultimi anni.
VT: Purtroppo è così!
Quindi, se le imprese che offrono prodotti e servizi che il cliente desidera, devono usare mezzi coercitivi per farsi pagare, perchè ci si stupisce che gli obblighi fiscali contemplino minacce di sanzioni? Chi vede il sistema fiscale come coercitivo, ha perfettamente ragione. Però dobbiamo essere realisti: deve esserlo, altrimenti nessuno pagherebbe le imposte.
VT: Devo ammettere che ha ragione!
GC: Questo però provoca un circolo vizioso: il contribuente si lamenta dell’inefficienza dei servizi pubblici e cerca di evadere le imposte, obbligando lo Stato ad aumentare i controlli e la coercizione invece di dedicare energie a migliorare l’efficienza. Entrambi diffidano uno dell’altro. Perciò …..è nato prima l’uovo o la gallina?