2018, marzo

VT: A lei piace giocare con i numeri!

Giovanni Comoli: In qualsiasi settore ci si muova ci sono delle sigle e dei nomi per identificare i singoli modelli. Difatti, non compriamo una Fiat, ma una 500, una Punto o una Tipo. Lo stesso succede con gli Uffici Pubblici che usano chiamare i vari modelli delle dichiarazioni con un codice numerico o alfanumerico.

VT: Quindi, per i residenti c’è il modello 720. Questo che si chiama 210, vale per i non residenti?

GC: Sì, è solo per loro!

VT: A che serve?

GC: Come lei sa, mi piace partire dall’inizio e vorrei prima spiegare qualcosa riguardante la residenza.

VT: Faccia pure!

GC: Abbiamo già detto diverse volte che una persona che ha vissuto in un Paese più di 183 giorni nell’anno appena concluso, è un residente di questo Stato, indipendentemente da quello che dicono i documenti. Le registrazioni in Comune, al fisco, al Consolato o alla polizia servono solo per dimostrare e chiarire questa situazione, non il contrario.

VT: Quindi, una persona è residente anche se non si iscrive all’AIRE?

GC: La principale differenza fra essere residenti o non esserlo, è la conseguenza sui redditi. In un Paese in cui non siamo residenti, dobbiamo pagare le imposte solo sugli eventuali redditi lì prodotti. Al fisco dello Stato in cui viviamo stabilmente, invece, dobbiamo dichiarare non solo i redditi lì prodotti, ma anche quelli prodotti in qualsiasi altro Paese del mondo, esattamente come fanno le multinazionali. Ora, se un italiano vive in Spagna ma non si iscrive all’AIRE, si troverà nella condizione di essere soggetto in entrambi gli Stati all’obbligo di pagare le imposte anche sui redditi prodotti nell’altro Paese. La scelta di non regolarizzare la propria posiozne, può creare molti inconvenienti.

VT: Capisco! Quindi, il modello 210 serve per…

GC:  …È riservato ai non residenti in Spagna e serve per dichiarare solo i redditi prodotti in questo Paese e pagarvi le relative imposte.

VT: Funziona, quindi, come la dichiarazione dei redditi dei residenti, solo che ha un nome differente!

GC: In realtà no! Un residente deve presentare un’unica dichiarazione annuale che contiene tutti i redditi prodotti. Vi applicherà poi le correzioni di reddito, come coniuge e figli a carico e ha diritto ad esenzioni e scarico di costi come il mutuo della prima casa. Per finire, le aliquote d’imposta applicate sono via via più alte in proporzione con la crescita della somma dei suoi redditi. Al contrario, un non residente non ha diritto a detrarre nessun tipo di costo relativo alla sua situazione personale e l’aliquota applicata è invariabile. Le detrazioni le applicherà poi nel suo Paese di residenza.

VT: Quindi?

GC: Dovrà presentare un modello 210 per ogni tipo differente di reddito. Solo in pochi casi potrà unificarli in un unico modello.

VT: Che redditi si dichiarano?

GC: I più consueti sono quelli immobiliari! Se una persona non è residente, le proprietà che possiede in Spagna sono seconde case, per cui, fiscalmente, hanno un reddito derivante da affitto o da rendita catastale.

VT: Quando si presentano e quanto si paga?

GC: Non è così semplice dirlo, cambia molto a seconda del tipo di reddito. Cominciamo con la rendita catastale. Quando un proprietario mantiene una o più proprietà per uso personale, dovrà dichiarare nel modello 210 il reddito catastale fornito dal Comune e pagare il 19% di quel valore come imposta di possesso. La presentazione si fa fra il 01 Gennaio e il 31 Dicembre dell’anno successivo.

VT: Se si affitta, invece?

GC: Cominciamo a dire che, al contrario dell’Italia, in Spagna la locazione è considerata assimilabile ad un’attività economica. Cosicchè, come le ditte, i proprietari che affittano devono presentare e pagare le imposte alla fine di ogni trimestre. L’inconveniente è che occorre presentare una dichiarazione per ogni inquilino ospitato e chi affitta a settimane, può trovarsi obbligato a presentare decine di dichiarazioni ogni anno. Per di più, l’anno successivo dovrà presentare un’ultimo modello 210 per dichiarare il reddito di possesso per i giorni che ha tenuto la proprietà a sua disposizione.

VT: Non le sembra una esagerazione?

GC: Direi che è un meccanismo deterrente. Se un non residente affitta a settimane, vuole dire che ha un referente in loco che gli fornisce i vari servizi di preparazione della casa e ricevimento degli ospiti. Se invece del “Fai da Te” affida questo tipo di servizio a ditte regolarmente autorizzate (Aparthotel o incaricati di Vivienda Vacacional) oppure affitta locali commerciali, il gerente o il conduttore faranno da sostituto d’imposta. 

VT: Che cambia?

GC: Che il proprietario sarà sollevato dalle responsabilità fiscali e dovrà presentare un’unico modello 210 entro il 20 gennaio dell’anno successivo.

VT: Altri redditi da dichiarare?

GC: Il modello 210 serve per pagare imposte su ben 35 tipi diversi di reddito, fra cui, le plusvalenze immobiliari, i dividendi, gli interessi ed altri. Direi che è un modello molto importante!

VT: Sono d’accordo!