Sono un privato che vive in Italia e che ha venduto la casa che possedeva a Tenerife. Non devo temere nulla dal fisco spagnolo, vero?
Fino a qualche decennio fa, l’Agenzia Tributaria di un qualsiasi Paese effettuava le ispezioni fiscali quasi esclusivamente alle imprese. Del resto, nella stragrande maggioranza dei casi, i privati ricevevano solo redditi tassati alla fonte: stipendi, pensioni o interessi pagati dalla propria banca. Nel giro di pochi decenni, però, i cittadini hanno diversificato enormemente i propri introiti: locazione di immobili, plusvalenze, compravendite di titoli, trading, criptomonete, fondi comuni di investimento e molte altre attività. Per di più, nell’era di Internet e del cosiddetto villaggio globale che hanno favorito oltremisura la faciltià di investimenti in tutto il mondo.
Con questo cambio storico, la possiblità che i privati evadano o eludino imposte si è incrementata in proporzione e gli enti fiscali hanno dovuto modificare il loro atteggiamento verso questo tipo di contribuente. In pochi anni, è sorta la SEPA, la banca europea nata con lo scopo di controllare qualsiasi movimento bancario extrafronterizio, a cui sono seguite diverse leggi antiriciclaggio e per il controllo dell’evasione fiscale. Per essere efficienti in questa lotta, i Paesi hanno poi firmato accordi di stretta collaborazione, intensificando enormemente gli scambi di informazioni fiscali. Risultato? Il numero di accertamenti fiscali iniziati verso privati sta superando quelli indirizzati verso le imprese.
Rispondo ora alla sua domanda: fino a 52 mesi dopo la data di firma del rogito, è soggetto a possibile verifica da parte del fisco spagnolo per controllare la congruità delle imposte da Lei pagate sull’eventuale plusvalenza ottenuta. Similare possibilità di controllo può arrivare anche dal fisco italiano. Dovrebbe quindi essere preparato a ricevere un’eventuale notifica per potere ripondere mentre possiede il diritto di farlo. Veda l’articolo: Chi riceve le notifiche? https://comoliconsulting.com/2024/06/30/chi-riceve-le-notifiche/
Vediamo, ora, come funzionano gli accertamenti fiscali in Spagna. Si sviluppano, in linea di massima e in modo semplificato, in quattro livelli di comunicazione:
- Requerimiento – Si tratta di una richiesta ufficiale di dare spiegazioni sulla mancata presentazione di modelli fiscali obbligatori oppure giustificare certi dati comunicati in dichiarazioni presentate. L’ente notificante offre un periodo di 10 giorni lavorativi per rispondere alla richiesta.
- Acuerdo de iniciación de expediente sancionador – Si tratta dell’avviso di accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate spagnola comunica l’importo che ritiene debba esserle pagato, completo di sanzione. L’ente offre 15 giorni lavorativi per giustificare il proprio disaccordo.
- Liquidacíon provisional – In questa fase, l’Agenzia delle Entrate invia il bollettino di pagamento della cifra che ritiene debba essere pagata. Si può presentare ricorso entro 30 giorni dal ricevimento all’ente stesso oppure, in sostituzione o dopo avere perso il primo ricorso, al TAR. Bisognerà, però, anticipare, volendo in modo dilazionato, l’intero importo richiesto, soggetto a restituzione immediata in caso di vittoria.
- Liquidación definitiva – Quest’ultima fase, che da inizio al recupero forzoso del credito in caso di mancato pagamento, non offre più nessuna possibilità di difesa.
Si fa notare come, una volta superato il tempo concesso per dare risposta, si perde il diritto a difendersi. Se poi si tiene conto che i vari livelli d’ispezione passano da uffici locali ai più preparati uffici regionali e poi nazionali, ci si rende conto di come è importante potere rispondere al più presto per mantenere il dialogo con ispettori di minore livello di carriera.