2016, marzo

ViviTenerife: Ho ricevuto molte richieste da parte dei lettori del giornale perchè spieghi meglio come funziona il modello 720.

Giovanni Comoli: Volentieri! Cominciamo a dire che è una dichiarazione informativa.

VT: Chi la deve fare?

GC: Tutte le persone residenti in Spagna che al 31 Dicembre dell’anno precedente posseggono dei beni fuori dal territorio spagnolo.

VT: Per beni intende proprietà immobiliari o investimenti finanziari?

GC: Anche se il modello 720 è uno solo riepilogativo di tutti i beni posseduti che il fisco spagnolo considera necessario dichiarare, questi si dividono in tre gruppi: le proprietà immobiliari, i conti correnti e un terzo gruppo che comprende titoli, valori, assicurazioni vita e fondi d’investimento.

VT: La dichiarazione si fa per qualsiasi importo?

GC: No! Per ogni gruppo bisogna possedere fuori da Spagna un capitale minimo di € 50.000,00. Per le proprietà immobiliari si fa la valutazione in base al costo storico d’acquisto o di eredità, mentre per i prodotti finanziari i valori indicati sui prospetti informativi che banche e assicurazioni devono inviare ai loro clienti.

VT: Se il minimo è di € 50.000,00 immagino che non si presenterá la dichiarazione nel caso di conti o proprietà cointestate se la quota posseduta non arriva a questa cifra!

GC: Questo è uno dei punti più difficili da capire. Il fisco spagnolo vuole conoscere la capacità di muovere liquidi di tutti gli abitanti nel suo territorio. Pertanto non solo si dichiarano i beni cointestati, ma, addirittura, si dichiarano i conti correnti di terzi in cui risultiamo essere autorizzati alla firma.

VT: Per chiarirlo meglio, ci può fare un esempio?

GC: Certo! Un residente che possiede il 33% di una casa in Italia comprata o ereditata a € 100.000,00 non arriva a possedere il minimo sopra indicato. Dovrà comunque presentare la dichiarazione informando che di una casa di € 100.000,00 possiede il 33%. Per i conti correnti, invece, capita spesso che i figli residenti in Spagna abbiano la firma su quello dei genitori in Italia. Se il conto corrente supera gli € 50.000,00 occorre dichiararlo specificando di essere solo autorizzati alla firma.

VT: Quando e come si presenta?

GC: Si può presentare solo ed esclusivamente in via telematica. Pertanto il contribuente dovrá dotarsi di firma elettronica e fare la presentazione fra il 1 Gennaio e il 31 Marzo.

VT: Si presenta tutti gli anni?

GC: No, solo una prima volta quando si prende la residenza in Spagna e in futuro solo se si verifica una variazione in uno o più dei gruppi sopra descritti per un importo minimo di € 20.000,00.

VT:  I nuovi residenti quando devono presentarlo?

GC: Nei primi tre mesi successivi all’anno che hanno preso la residenza. I nuovi arrivati devono fare molta attenzione a questo obbligo fiscale. Se intendono dichiarare che sono residenti in Spagna dal 2015 (cioè hanno ottenuto il cosidetto NIE verde prima del 1 Luglio 2015), devono presentare il modello 720 nei primi tre mesi del 2016 elencando i beni posseduti fuori da questo Stato al 31 Dicembre 2015. Se presentano la dichiarazione nel 2017, il sistema informatico, verifica un NIE verde del 2015 e inizia un procedimento automatico di accertamento fiscale. Il contribuente si libera dalle sanzioni solo se riesce a dimostrare che, nonostante avesse richiesto il NIE verde, nel 2015 era ancora residente in Italia.

VT: I residenti da anni in Spagna che non l’hanno mai presentato, come fanno a regolarizzarsi?

GC: A Novembre del 2012 venne approvata questa Legge che obbligava i residenti in Spagna a presentare questo modello informativo nei primi mesi del 2013. Chi non l’ha fatto allora e si volesse regolarizare, si troverà quasi sicuramente sottoposto ad accertamento fiscale per ritardata presentazione. La sanzione è di € 1.500,00  per ogni gruppo di beni non presentati a cui, però, si posso aggiungere fastidiosi accertamenti fiscali in cui dovere dimostrare la regolare provenienza dei beni dichiarati.

VT: Qual è, secondo lei, il vero motivo che sta dietro a questa dichiarazione?

GC: Vede, Spagna ha una fiscalità similare a quella italiana, ma molto più equilibrata nel colpire i redditi. In Italia, ad esempio, si tassano molto i redditi da lavoro ma si esentano quasi tutti redditi derivati dalle modificazioni patromoniali. In Spagna, invece, la fiscalità opera in modo inverso. È ovvio che per potere tassare correttamente le modificazioni patrimoniali dei suoi contribuenti, questo Paese voglia conoscerne la loro composizione.

Comoli Consulting
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