2013, novembre
VV – …Usanza che trovi! Si completa così la frase, no?
IPT – Si! Mi piacciono i proverbi. Trasmettono in modo semplice ed efficace una sapienza antica e sempre attuale. Purtroppo, nella nostra società ipertecnologica abbiamo perso la sensibilità per ragionare su questi detti.
VV – Immagino che questo proverbio le permetta trattare un argomento di interesse per i nostri lettori…!
IPT – Certo! Vivitenerife si rivolge principalmente a italiani che vivono o intendono trasferirsi a Tenerife, persone che dovrebbero ricordarsi che, quando si cambia di luogo, è necessario sapersi adeguare agli usi della nuova situazione.
VV – Lei ha la sensazione che i nuovi arrivati non lo facciano?
IPT – Nel mio lavoro e nei miei corsi assisto moltissimi italiani che vogliono aprire un’attività, comprare casa o anche solo trasferirsi. Noto che queste persone sono alla ricerca di quei parametri locali che, confrontati con quelli italiani, rappresentino un miglioramento. Purtroppo, non sono così disponibili a valutarne il vero impatto nella loro nuova vita.
VV – Può fare un esempio?
IPT – Il più classico è la benzina. Quando un italiano racconta che ha fatto il pieno con meno di 40,00 €, nella sua voce traspare un senso di sollievo, come se, finalmente, avesse risolto uno dei più importanti problemi della sua vita. Aggangiato alle abitudini antiche, non percepisce che a Tenerife l’uso dell’auto è limitato, le distanze sono corte, gli autobus funzionano bene e le vacanze si fanno in aereo.
VV – Già! immagino poi quando si parla di tasse…!
IPT – Chiaro! Ricevo molte richieste per sapere quanto pagheranno in meno di tasse per l’attività, senza sapere che i costi d’affitto di un negozio sono molto più alti oppure che la potenzialità del mercato è inferiore a quella italiana. Le valutazioni devono essere fatte con uno sguardo all’insieme, non al particolare.
VV – Quindi?
IPT – Come dico sempre, operare con la massima calma. Occorre passare almeno tre o quattro mesi a Tenerife prima di prendere qualsiasi decisione, per capire il luogo e scordare i punti di riferimento italiani. Costa molto meno che fare degli errori.
VV – La maggior parte non fa così, vero?
IPT – Troppo spesso la gente agisce d’impulso, con la falsa convinzione che qui tutto sia più economico e facile. Spesso ho sentito dire frasi come: non è possibile che questo servizio o prodotto costi più che in Italia. Perchè non lo è? Tenerife è un’isola, ha un territorio e caratteristiche uniche, usi e costumi che derivano dalla sua storia. Non si può giudicarli con i parametri di un altro Paese, occorre accettarli così come sono.
VV – Può fare un esempio sulle differenze di costume?
IPT – Per far capire come ogni popolo sia peculiarie, mi piace parlare del coperto dei ristoranti, uso diffuso in Italia, sembra, sin dal 1700. Per ogni commensale, nel conto si aggiunge la voce coperto che comprende anche il pane. Nelle zone turistiche esiste una diatriba con i tedeschi che non capiscono questa voce e spesso si lamentano. Il commento tipico dei ristoratori è: quì si usa così, se ai tedeschi non piace, che vadano da un’altra parte.
VV – A Tenerife non c’è il coperto!
IPT – No, non fa parte dell’uso. Però il pane si paga a parte. Visto che i Canari lo mangiano solo come antipasto e non come accompagnamento della pietanza, il suo costo è per pezzo. Ho visto italiani scandalizzati per avere dovuto pagare alcuni euro per questa voce. Paese che vai……!