2013, febbraio
VV – Dal titolo immagino che questo mese voglia parlarci della possibilità per i nostri pensionati italiani di assoggettare la loro pensione al regime fiscale di Canaria.
IPT – Si, soprattutto d’inverno, molti pensionati mi contattano per capire che convenienza avrebbero a spostare la pensione in Canaria.
VV – Esiste questa convenienza?
IPT – Dato che ogni Paese, come abbiamo già visto in articoli precendenti, ha un regime differente per la propria politica fiscale, è ovvio che lo stesso reddito può essere assoggettato ad aliquote diverse, dipendendo dallo Stato in cui si fa la dichiarazione dei redditti. Spagna ha un carico fiscale inferiore all’Italia e Canaria, per la sua peculiare autonomia, ancora di più. Sicuramente spostare la pensione italiana in Canaria ha dei vantaggi fiscali.
VV – Quindi lei consiglia a tutti di fare questa operazione?
IPT – Assolutamente no! Decidere di pagare le tasse sulla pensione in Canaria, comporta la modificazione della propria posizione in Italia, con conseguenze a volte inaspettate.
VV – Intuisco che questo discorso è legato alla residenza.
IPT – Effettivamente. Secondo l’accordo bi-laterale fra Italia e Spagna per evitare la doppia imposizione fiscale, tutti i reddditi prodotti in uno dei due Stati da una persona residente nell’altro, sono stati catalogati in gruppi (immobiliari, pensioni, da lavoro dipendente, da attività economica, interessi attivi, ecc.) e per ogni gruppo di reddito è stato stabilito come e in che Paese devono essere tributati. Per esempio, quelli da immobili che interessa a moltissimi italiani non residenti che posseggono una casa quì, vanno pagati in Spagna con il famoso modulo 210 e successivamente aggiunti ai propri redditi italiani, detraendo alla fine l’importo già pagato quì. Chiaramente lo stesso discorso si inverte per il residente in Spagna che possiede immobili in Italia.
VV – Per le pensioni come funziona?
IPT – Secondo l’accordo sopra menzionato le pensioni devono obbligatoriamente essere pagate nel Paese dove il pensionato risiede. Quindi, perchè un italiano possa pagare la sua pensione in Canaria, deve innanzitutto spostare la sua residenza qui.
VV – Questo comporta delle conseguenze?
IPT – Certamente! Per cominciare la prima casa posseduta in Italia passa ad essere una seconda casa con l’aumento dell’IMU e l’applicazione dell’IRPEF. Inoltre tutti gli altri redditi prodotti nel Bel Paese e che non possono essere spostati, quali ad esempio i redditi immobiliari, saranno assoggettati a una imposizione fiscale da non residente che, sostanzialmente, non permettendo detrazioni, è quasi sempre più elevata. Quindi, prima di decidere di spostare la propria residenza per ottenere un risparmio sulle trattenute della pensione, occorre valutare se ne vale la pena, cioè, verificare se tale risparmio è superiore all’aumento delle imposte in Italia.
VV – Tutte le pensioni si possono spostare?
IPT – Sempre secondo l’accordo sopracitato, le pensioni dei dipendenti pubblici sono una eccezione alla regola che devono essere pagate nel Paese di residenza. Queste non possono essere spostate, neppure ora che sono gestite dall’I.N.P.S. a meno che il pensionato prenda la cittadinanza spagnola. Inviterei le persone interessate a informarsi presso gli Enti italiani per verificare la eventuale detassazione della propria pensione. Occorre poi ricordare che alcune pensioni che consideriamo un diritto acquisito, sono in realtà aiuti e sovvenzioni. Parlo per esempio della reversibilità, delle invalidità o delle integrazioni al minimo. Nel momento in cui si cambia di residenza, Italia può sospenderle in quanto non è più tenuta a farsi carico di una persona non residente.
VV – Per riepilogare, se una persona ha una pensione maturata per il suo lavoro, non è erogata a conseguenza di essere stato un dipendente pubblico e ha verificato che avrebbe la convenienza economica a spostarla in Canaria, lei glielo consiglierebbe?
IPT – L’aspetto economico non è l’unico. Per ricevere la propria pensione detassata e assoggettarla al regime canario, occorre prendere la residenza in una di queste isole. Come abbiamo già visto in altri articoli, probabilmente perderà l’assistenza sanitaria per acquisire quella spagnola. Ora, se un italiano vive in Canaria dieci o undici mesi l’anno o, per lo meno, sette o otto, è giusto, come prevede la Legge, che cambi di residenza con tutte le conseguenze del caso, quelle negative perchè pagherà più tasse per i redditi prodotti in Italia, quelle positive perchè potrà ricevere la pensione lorda e pagare meno tasse per tale redditto, oltre al fatto che l’esborso sarà posteriore.
VV – La pratica è complicata?
IPT – Semplicemente, dopo avere preso la residenza in quest’isola, seguendo la relativa procedura, è sufficente presentare la dichiarazione dei redditti come residente nel mese di Giugno, compilare un modulo dell’I.N.P.S. che richiede da parte degli Uffici Fiscali Spagnoli l’attestato dell’avvenuta presentazione e inviare detto modulo alla filiale dell’I.N.P.S. in Italia. Il Patronato può sicuramente aiutare in questa operazione. L’unico inconveniente è che, presumo con funzione deterrente, il procedimento comporta il pagamento per due anni delle imposte sulla pensione in entrambi i Paesi, in Italia perchè viene trattenuta alla fonte e in Spagna perchè occorre dimostrare di essere un contribuente in questo Paese. Niente paura! Alla fine si può richiedere all’Italia il rimborso di quanto pagato doppiamente. Chiaramente, ahimè, aspettando i tempi a cui ci ha abituato il fisco italiano