2013, aprile
VV – Questo mese vuole affrontare un argomento un poco difficile…..!
IPT – Già, a nessuno piace pensare che un giorno non ci saremo più. Preoccuparsene però permette facilitare le cose ai nostri eredi.
VV – Se usa il verbo “facilitare” è perchè potrebbero esserci delle complicazioni. Dico bene?
IPT – Nel proprio Paese e, nel caso della maggior parte dei lettori del giornale, più precisamente in Italia, il procedimento è relativamente semplice. Che esista o meno un testamento, gli eredi si presentano davanti al Notaio per stendere la divisione ereditaria in base alle Leggi italiane. Si firma l’atto, si pagano le imposte e si procede alle volture. Quando invece i beni sono in uno Stato differente da quello in cui abbiamo la cittadinanza o la residenza, entrano in gioco gli accordi bi-laterali, nonchè le Leggi e gli usi internazionali.
VV – Per fare un esempio che interessa ai nostri lettori, per un italiano che possiede dei beni in Canaria come funziona?
IPT – Cominciamo a dire che si intrecciano i problemi legati alla cittadinanza e alla residenza. La successione di un cittadino italiano che possiede dei beni in Canaria sarà regolata dalle Leggi italiane per quanto riguarda la ripartizione dei beni, mentre i suoi eredi pagheranno la tassa di successione su tale eredità in base alla loro residenza rispetto alla Spagna, ovviamente tenendo conto delle Leggi fiscali di questo Paese.
VV – Quindi, qual è la procedura?
IPT – Principalmente esistono due vie: la prima prevede la stesura della divisione ereditaria davanti a un Notaio italiano elencando i beni da ereditare in Canaria, mentre per la seconda si redige un atto di notorietà in cui si identificano gli aventi diritto, rinviando l’elencazione dei beni e la loro ripartizione a un secondo atto da stendere davanti a un Notaio spagnolo. In entrambi i casi, si allegano poi certificato di morte, dichiarazione dell’archivio notarile che attesti l’esistenza o meno di testamenti e si fanno tradurre tutti i documenti da un traduttore giurato con apposizione dell’apostilla dell’Haya. Successivamente si completa la pratica in Spagna. Si aggiunge un certificato spagnolo emesso dall’Ufficio delle Ultime Volontà che attesti l’assenza di testamenti in questo Paese, si pagano le tasse di successione e si presenta il tutto agli Uffici competenti per la voltura delle intestazioni.
VV – Quale delle due procedure consiglia?
IPT – Dire che la scelta deve essere presa dagli eredi in base alle loro esigenze. Alcune persone non desiderano fare sapere cosa posseggono all’estero, per cui preferiscono la seconda procedura, anche se questa comporta un viaggio in Spagna di tutti gli eredi per stendere il secondo atto. Comunque, se una persona se ne preoccupa in tempo, la procedura per i suoi successori può essere molto più semplice e discreta.
VV – Si tratta di quella di cui parlava all’inizio. Come funziona?
IPT – È sufficiente stendere un testamento in Spagna. Tale documento sarà poi depositato dal Notaio spagnolo all’Ufficio delle Ultime Volontà di Madrid e farà riferimento ai beni posseduti in questo Paese.
VV – Occorre indentificare i beni posseduti in Spagna?
IPT – Nella vita di una persona o di una famiglia i beni possono cambiare. Si chiudono conti correnti, se ne aprono di nuovi, si vendono e si comprano azioni, si vende la propria casa per comprarne un’altra, ecc. Non è quindi possibile in un testamento elencarli. Sarà sufficiente definire “tutti i beni posseduti sul territorio spagnolo al momento del decesso”.
VV – Quali altre informazioni contiene il testamento?
Il suo scopo principale è che la persona ancora in vita, identifichi gli aventi diritto all’eredità. In questa maniera si eliminano totalmente gli atti in Italia. Sarà sufficiente presentare un certificato di morte per potere aprire il testamento e firmare l’accettazione di eredità. Chiaro, l’inconveniente è che tutti gli eredi elencati dovranno essere presenti, di persona o per procura, davanti a un Notaio spagnolo. L’operazione è talmente economica e facile da preparare che la consiglio a tutti. Per di più lascia totalmente inalterate eventuali disposizioni per i beni su territorio italiano o presenti in altri Stati.
VV – Ha parlato della tasse di successione. Sono alte in Spagna?
IPT – Come in Italia, le tasse di successione sono agevolate in rapporto al grado di parentela. Purtroppo, con i nostri connazionali, la situazione si complica per gli effetti della residenza. Se gli eredi non sono residenti in Spagna, l’imposta pagata è molto più alta e l’aliquota è rapportata alla somma totale ereditata. Per dare un’idea, l’aliquota minima si aggira intorno al 20%. Quando si deve decidere se prendere o meno la residenza in Canaria, occorre pensare anche a questi aspetti.
VV – Un’ultima cosa. Anche se è un modo poco ortodosso di dirlo, molte persone pensano di non fare testamento perchè, visto che i figli ricevono già questo “regalo”, che si aggiustino un poco!
IPT – Diciamo che più che poco ortodosso si tratta di un modo di pensare comune e, tutto sommato, veritiero. Quello di cui però non dobbiamo scordarci è che almeno la metà delle successioni avvengono fra coniugi. Credo che preoccuparsi affinchè il superstite dei due abbia meno difficoltà possibili in un momento già pieno di tristezza, sia un semplice e reciproco atto di amore.