2015, febbraio
ViviTenerife – Le persone non residenti hanno imposte diverse dai residenti?
Giovanni Comoli – Certo! In tutti i Paesi del modo i residenti hanno una trattamento agevolato sulle imposte della persona fisica (IRPEF) in quanto, vivendoci la maggior parte dell’anno, già pagano altre imposte sui consumi, tipo Iva e accise.
Per la maggior parte dell’anno intende i famosi 183 giorni?
Sì, ma non è l’unico parametro. Una persona è obbligata a fissare la residenza in uno Stato se nel periodo che va dal 1 Gennaio al 31 Dicembre ci vive più di 183 giorni, anche non consecutivi. Però, con l’informatica e la globalizzazione ci sono individui che soggiornano in diversi Paesi o che hanno la maggior parte dei beni, dei redditi e, magari, la famiglia, in uno Stato diverso da quello in cui vivono.
Come si fa in questi casi?
Queste persone fissano la residenza secondo il criterio del “Centro di interessi”, cioè nel Paese in cui hanno maggiori rendite ed affetti.
Lei ha parlato prima di trattamento agevolato per i residenti…!
Nello Stato in cui risiede, il contribuente ha diritto a detrazioni e deduzioni, cioè aggiustamenti del proprio reddito in base alla situazione familiare e personale. Per esempio potrà esentare dall’imposta parte dei suoi redditi per avere bassi introiti, coniuge e figli a carico, pagare il mutuo sulla prima casa o altre spese. Questi aggiustamenti sono stabiliti dalle Leggi del Paese in cui si fa la dichiarazione.
Si può avere la residenza in più Paesi?
Quando la si fissa in uno Stato, si assume implicitamente l’obbligo di cancellarsi da quello precedente (per noi italiani, iscrivendosi all’AIRE). Non farlo è un’illegalità perchè ci si appropria di agevolazioni fiscali che ci spettano solo in uno Stato nel mondo. Fra l’altro, la continua crescita dello scambio di informazioni fra i vari Ministeri delle Finanze (soprattutto in Europa), sta permettendo controlli fiscali sempre più precisi.
Come funziona, invece, per i non residenti?
Beh, prima di tutto non hanno diritto a nessun tipo di detrazioni o deduzioni e le aliquote pagate possono essere diverse da quelle per residenti. Inoltre, hanno l’obbligo di dichiarare nel Paese di residenza tutto quello che posseggono in altri Stati, nonchè, con lo scopo di dichiarare il proprio reddito reale, quali guadagni abbiano avuto all’estero.
Ma così non si trovano a pagare le imposte due volte?
Esistono meccanismi per evitare la doppia imposizione internazionale. Semplicemente si detrae nel Paese di residenza, quanto già pagato per quel reddito nell’altro Stato.
Quindi, i nostri lettori italiani che non sono residenti nelle Canarie ma che hanno quì una casa o dei soldi in banca, cosa devono fare?
Occorre fare riferimento all’accordo bilaterale fra Italia e Spagna. Per alcuni redditi c’è la possibilità di scegliere dove pagarli. Per esempio, se si ottengono degli interessi bancari, l’istituto di credito spagnolo applicherà una ritenuta d’acconto, però gli si può richiedere di non applicarla se si preferisce pagare l’imposta in Italia. Ovviamente i due Ministeri delle Finanze vengono avvisati.
Per le case, invece?
Approfitto dell’occasione per ricordare a chiunque possegga una casa nelle Canarie senza averne la residenza, che non può considerarla come prima casa e che, oltre alla tassa comunale IBI, dovrà pagare l’imposta statale per non residenti. Volendo si può scegliere di pagarla in italia, ma la procedura è complessa. Molto più semplice presentare quì un modello che si chiama 210.
Quando e quanto si paga?
L’imposta è una percentuale del valore catastale (poco più dello 0,27%), che scenderà un poco a partire dal 2015. Siccome questi contribuenti non vivono in Spagna, lo Stato permette loro di effettuare la presentazione e il pagamento fra il 1 Gennaio e il 31 Dicembre dell’anno successivo. Per esempio, la dichiarazione 2014 si ha tempo di farla fino alla fine del 2015.
Però, se si presenta a fine anno, come fa un italiano ad aggiungere questi dati nell’Unico o nel 730 che si presentano in estate? Difatti ai clienti del nostro studio prepariamo i modelli 210 nei mesi di Febbraio e Marzo, prima che tornino in Italia, perchè portino con sé la dichiarazione. Inoltre, per evitare errori nella lettura di modelli spagnoli, alleghiamo una lettera in italiano da consegnare al proprio commercialista o CAF con tutti i dati necessari. Il pagamento della tassa, se si vuole, si può rinviare a fine anno.