2014, marzo

VIVITENERIFE – È un titolo che colpisce! L’ha scelto perchè vuole che tutti leggano la nostra intervista, no?

ITALPUNTO – Vorrei che quest’articolo si notasse perchè sono uscite nuove norme per controllare il flusso dei residenti.

VT – Occorre davvero “controllare” questi flussi?

IPT – L’eliminazione delle frontiere fra i vari Stati Europei ha provocato un maggior movimento dei cittadini, prima alla ricerca di nuove opportunità d’investimento, successivamente alla ricerca di lavoro. La mobilità, che era uno degli obiettivi della Comunità Europea, è stata raggiunta. Purtroppo, l’Europa ha sottovaluto le conseguenze per potere controllare i movimenti di soldi e tassare correttamente redditti prodotti in più Stati. È sorta una nuova forma di  evasione fiscale che ha provocato molti sprechi.

VT – Quindi cosa è stato fatto?

IPT – In particolare, con l’arrivo della crisi, sono stati messi a punto, a livello europeo, meccanismi per armonizzare tutto il sistema. Difatti sono aumentati gli scambi di informazioni fra Stati e si sta cercando di stabilizzare il concetto di residenza.

VT – È così importante la residenza?

IPT – Certo! Ogni persona può scegliere solo un Paese nel mondo dove fissare la propria residenza e dove godrà di diritti fiscali che non potrà godere in altri Stati. Si tratto del Paese dove vive almeno 183 giorni l’anno o dove risiede la maggior parte dei suoi interessi. Le mancate comunicazioni di cambio o il pagamento di tasse come se fosse residente in più Paesi, ha comportato l’applicazione di detrazioni fiscali a cui il contribuente non avrebbe avuto diritto.

VT – Cosa è stato fatto quindi?

IPT – Dal 2008 ogni Stato, in accordo con un disegno dell’Europa, ha cominciato a richiedere altri parametri che non fossero solo quelli di essere cittadino comunitario.

VT – Cosa richiede la Spagna?

IPT – Da Febbraio 2012 ha cominciato ad esigere che il richiedente la residenza avesse un lavoro o dimostrasse di possedere mezzi di sostentamento. Questi parametri vengono aumentati ogni sei mesi. Essendo Spagna un’associazione di regioni autonome, i termini per ottenere la residenza può variare secondo la zona.

VT – Nelle Canarie cosa è cambiato a Febbraio?

IPT – Per i lavoratori autonomi o i dipendenti non è cambiato nulla: i primi, dopo avere aperto una ditta e avere cominciato a pagare la Seguridad Social (equivalente all’INPS), possono richiedere la residenza, i secondi possono farlo dopo avere trovato lavoro. Il vero cambio è per i pensionati che devono dimostrare di avere un’adeguata copertura sanitaria. Fino a Gennaio era sufficente la tessera sanitaria europea, mentre ora bisogna rinunciare al proprio servizio sanitario per avere quello globale in Spagna. In alternativa si può presentare un’assicurazione privata che, sopra una certa età, comporta un esborso notevole.

VT – Come mai si richede questo?

IPT – Vi sono due motivi, uno legato ai costi, l’altro al controllo della residenza. La tessera europea è un accordo fra i Paesi che offre garanzie di copertura sanitaria d’urgenza in quasiasi Paese della Comunità Europea. Il conto lo pagherà l’ente sanitario d’origine del paziente. Ora, se un pensionato italiano vive tutto l’anno nelle Canarie, l’INPS dovrà mantenere un medico a sua disposizione in Italia e pagare costosi servizi occasionali all’ente sanitario spagnolo. Si tratta di uno spreco non più accettabile. Inoltre, si obbliga in questo modo il pensionato italiano che cambia la sua residenza a comunicarlo all’Italia, cosa che prima era più difficile da controllare.